Sviluppo quartiere Djicofè

Stato attuale del progetto

Ad oggi ecco le cifre del Centro Sociale di Djicofè:

  • 200 bambini frequentano la nostra scuola materna; il 35% appartengono a famiglie con disagio sociale
  • 433 bambini frequentano la nostra scuola elementare ; il 30% appartengono a famiglie con disagio sociale
  • 23 bambini usciti dalla nostra scuola primaria ed appartenenti a famiglie disagiate, frequentano le scuole medie del quartiere grazie alla nostra associazione che si prende carico del pagamento delle tasse scolastiche
  • Circa 220 persone mangiano ogni giorno pasti caldi preparati dalla nostra cucina della scuola Materna
  • Circa 140 studenti delle elementari mangiano ogni giorno pasti caldi preparati dalla mensa che abbiamo dato in gestione ad una associazione di donne
  • 20 dipendenti regolarmente assunti dal centro tra insegnanti, guardiani, cuoca ed aiuto, giardiniere
  • 140 donne che beneficiano del microcredito; il capitale circolante è di oltre 15.000€ e non ci sono problemi nella restituzione dei prestiti
  • 30 partecipanti ai corsi di alfabetizzazione per adulti in francese
  • 1.500 bidoni di acqua potabilizzata distribuiti ogni giorno alla popolazione
  • 20 donne che ogni giorno guadagnano commerciando i nostri prodotti (acqua, ghiaccio, prodotti dell’orto, …)
  • Decine di operai che realizzano ogni anno le nuove costruzioni
  • 70-100 ragazzi che di media ogni sera utilizzano la sala studi
  • 20-30 ragazzi che ogni giorno frequentano la biblioteca
  • 40 adolescenti partecipano ai corsi di danza e musica
  • 50 ragazzi frequentano il nostro campo di football suddivisi in tre squadre: adulti, medi, giovanile
  • oltre 40 bambini con handicap beneficiano dei due centri di fisioterapia che l’associazione sostiene, di cui uno al centro sociale di Djicofè
  • oltre 200 sessioni di ozonoterapia somministrati nella nostra infermeria al centro sociale di Djicofè

Contesto di riferimento

Le città africane crescono e si moltiplicano ad un ritmo impressionante, ed il fenomeno dell’urbanizzazione selvaggia è destinato ad acuirsi nei prossimi decenni con effetti clamorosi.
Oggi l’Africa non è solo campagne e i villaggi di capanne sperduti nel nulla della savana. Oggi l’Africa è anche e soprattutto una galassia di città che si allargano senza sosta. Basta osservare una foto satellitare del continente scattata di recente e confrontarla con una di vent’anni fa. Là dove c’erano praterie e minuscoli centri abitati, oggi si vedono enormi distese di lamiere che sono i tetti delle periferie sovraffollate che ogni anno aumentano a ritmi impressionanti.

La crescita demografica urbana in Africa è del 7% l’anno, numeri da “esodo epocale”.
In Africa entro il 2030, la popolazione cittadina raddoppierà, passando dagli attuali 375 milioni a oltre 760 milioni di persone. Lo prevede l’ultimo rapporto del

Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (Un-Habitat), secondo cui entro vent’anni il 60% degli abitanti del continente vivrà in città, contro l’attuale 38%.
Come si diceva è un esodo epocale, un processo ineluttabile che vede poveri delle campagne riversarsi nelle metropoli spinti dalla siccità, dalle guerre o dal sogno di una vita migliore.
Nel 1950, le egiziane Alessandria e Il Cairo erano le uniche località dell’Africa a superare il milione di abitanti; nel 2005 erano 43 a superare questa soglia, con una media di due milioni e mezzo di abitanti; nel 2015 – annuncia il rapporto dell’Onu – saranno ben 53.

Un colossale fenomeno di inurbamento che finirà solo per acuire i ben noti problemi delle metropoli: infrastrutture e servizi inadeguati, traffico e inquinamento a livelli insostenibili, povertà e criminalità diffuse, un vero e proprio concentrato di miserie.
Già oggi l’Africa ospita il più grande numero al mondo di persone in baraccopoli: 236 milioni, equivalenti al 63% della sua popolazione urbana.
Li chiamano “bidonville”, “favelas”, “slum”, ma quale sia il nome sono sempre quartieri poveri e degradati, insediamenti “informali” senza acqua corrente, fognature, sistemi di trasporto e sanitari adeguati. Ghetti di fango e lamiere che ospitano i due terzi dell’attuale popolazione urbana. E che nel futuro si allargheranno e si affolleranno.

Periferia di Ouagadougou

La capitale del Burkina Faso è Ouagdougou e come molte altre città africane è sotto la pressione dell’urbanizzazione selvaggia che non riesce ad essere gestita efficacemente dal governo locale.
La popolazione cresce di circa il 10% annuo ed attualmente supera il 2.000.000 abitanti.
E’ divisa in 5 distretti che stanno rapidamente congiungendosi con le piccole cittadine che un tempo erano staccate dalla capitale.
La nostra associazione opera da anni in Burkina Faso ed è proprio nello “slum” più grande e pericoloso di questo paese, la gigantesca e tentacolare periferia della capitale Ouagadougou, che ha deciso di andare ad operare per essere più vicina ai problemi della gente.
Il quartiere dove abbiamo deciso di iniziare il nostro lavoro si chiama Djicofè (in dialetto “di là dal barrage”), cioè una zona ben precisa della enorme periferia che si estende oltre la città urbanizzata, dove non esiste lottizzazione e dove vivono tra tante difficoltà circa 65.000 persone in condizioni di estrema povertà, prive dei basilari servizi come strade, acqua, energia elettrica, illuminazione, fognature, ..

Obbiettivi

Ci poniamo lo scopo di entrare fattivamente nelle vita del quartiere e di portare un aiuto nei contesti sociali che più necessitano di intervento.
L’intenzione è di sviluppare una serie di interventi che vanno dalla gestione di una scuola materna, alla gestione di attività ricreative e sociali, ed infine attività per lo sviluppo sociale e di assistenza agli handicap.

Strategia di intervento

Il nostro intervento prevede investimenti su più anni per arrivare a gestire insieme alle persone del quartiere un centro sociale aperto a tutte le persone bisognose, ma soprattutto ai bambini

nelle nostre attività viene usata mano d’opera locale per le nuove costruzioni, nella gestione sono utilizzate solo persone del quartiere, per quanto possibile è stato usato materiale acquistato in loco e non importato.

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Di seguito si elencano le tappe significative del nostro percorso suddivise per anni:

  • 2013
    • scavato il pozzo e messa una pompa da 8mc/giorno alimentata da pannelli solari
    • realizzato il serbatoio per la distribuzione dell’acqua
    • Realizzato l’edificio principale con 2 aule, ufficio, magazzino, wc, cucina, magazzini, toilettes
    • Realizzato una grande tettoia in paglia per le riunioni, i corsi, il doposcuola, l’area studi, …
    • assunto tutto il personale necessario al funzionamento della Scuola Materna che ha aperto l’ 11 novembre 2013
  • 2014
    • realizzata la biblioteca e la sala per il doposcuola
    • partito il progetto di microcredito
  • 2015
    • primo corso di alfabetizzazione per adulti
    • installato un grande impianto di produzione per l’energia elettrica: 20kW di pannelli 50kWh di batterie
    • iniziate attività ricreative per gli adolescenti: corsi di danza e musica, cinema, sport
    • iniziato orto per uso interno
  • 2016
    • aperto un internet point a disposizione della popolazione e degli studenti
    • completata la terza aula per i corsi alla scuola materna che ospita 200 ragazzi
    • installato un impianto di depurazione dell’acqua per la distribuzione di circa 1.500 bidoni di acqua al giorno
  • 2017
    • La Regione Toscana finanzia la costruzione di un pollaio per la distribuzione di pulcini alla popolazione
    • La Chiesa Valdese finanzia l’acquisto di attrezzature per lo sviluppo della coltivazione ed utilizzo delle piante medicinali africane
  • 2019
    • apre l’Infermeria ed il Centro di Fisioterapia Infantile
  • 2021
    • Entrano in funzione le prime tre classi della Scuola Primaria
  • 2022
    • Entrano in funzione le altre tre classi della Scuola Primaria completando il ciclo di 6 anni. Con le 6 classi attive, la Scuola Primaria ha una capienza di circa 450-480 studenti