2010/2012 – Viste mediche

Una efficace politica sanitaria si basa sul principio che la sanità è un diritto fondamentale dell’essere umano. Nelle nostre visite in Burkina Faso, parlando con gli operatori del settore, ci siamo resi conto che il Burkina Faso non riesce a rispettare questo principio per due motivi: scarse risorse economiche e scarse risorse umane.
L’assistenza sanitaria è a pagamento nonostante che la popolazione si trovi nell’impossibilità economica di affrontare le spese. Molto spesso le poche persone che riescono ad iniziare una terapia sono costrette ad interromperla per mancanza di denaro, vanificando quindi gli sforzi professionali ed economici e spesso creando nuove problematiche, come per esempio la resistenza dei batteri agli antibiotici.
Le difficoltà poi aumentano a dismisura quando ci si sposta dalle grandi città ai villaggi sperduti nella savana dai quali è molto difficile raggiungere i pochi ospedali situati nelle città.

Mi è rimasta impressa la scena di tantissime mamme che fanno la fila davanti ad un ospedale di una organizzazione umanitaria per far visitare i propri bambini malati. La file è sempre interminabile, sotto il sole cocente o sotto la pioggia; come “segnaposto” le mamme usano il libretto sanitario poggiato a terra ordinatamente insieme agli altri, ma spesso anche un pezzo di plastica, un foglietto legato ad un sasso, … A vedere in terra tutti questi improbabili segnaposti, sembrano proprio un lungo “serpente” di sofferenza.

In questi ultimi anni si è verificato un notevole incremento delle infrastrutture sanitarie sul territorio, tuttavia bisogna segnalare che la situazione è tuttora caratterizzata da una diversa ripartizione in base alla disposizione geografica fra zone urbane e rurali.
Questo non permette a tutti i Burkinabè di accedere ad un centro di sanità o ad altre forme di assistenza.

Il sistema della sanità in Burkina è finanziato da:
• budget dello stato
• aiuti esterni (ONG, e varie)
• popolazione e nuclei familiari

Attraverso gli aiuti esterni delle ONG ed enti internazionali si costruiscono ospedali e si offre assistenza alla popolazione, ma questi sforzi delle associazioni di cooperazione internazionale, per quanto lodevoli possano essere, risultano ampiamente insufficienti rispetto alle esigenze del paese.
Alla fine sono proprio i cittadini a contribuire in massima parte al finanziamento delle cure della sanità soprattutto per l’addebito dei costi di prestazioni e medicinali.
A causa della povertà generalizzata, purtroppo molto spesso la popolazione si trova nell’impossibilità economica di affrontare le spese anche per una malattia di media gravità.

Durante la missione di novembre 2010 la presenza di due amici e medici, Mauro e Monica, ci ha consentito di provare a portare assistenza medica in due posti dove sapevamo di doverci fermare per altre attività: la casa famiglia Akova nella capitale e il seminario di Kaya.
Questa attività è stato un esperimento senza alcuna pretesa di risolvere i problemi sanitari del Burkina Faso ne di sostituirci a strutture mediche di vario livello che operano nel paese.
Voleva solo portare un aiuto ai tantissimi malati che soffrono di patologie minori che in questo paese sono del tutto dimenticate. Questo fa si che patologie insignificanti si trasformino in seri problemi che inficiano la vita delle persone.
Io non sono un medico e quindi mi permetterete delle imprecisioni, ma intendo un’otite non curata degenera nello sfondamento di un timpano, come pure una semplice tosse non curata può degenerare in polmonite, un difetto di vista ad un bambino curabile con occhiali correttivi di pochi euro degenera in anomalie alla vista non più risolvibili, …

Abbiamo quindi portato con noi tutte le medicine che ci hanno regalato in Italia e che potevamo infilare nelle nostre capienti valigie, poi abbiamo parlato coni referenti di Akova e del seminario di Kaya che hanno predisposto una lista di malati dando una prima valutazione di severità. Sulla base di queste liste Mauro e Monica hanno visitato senza sosta decine e decine di persone dando a quasi tutti dei rimedi e delle medicine. Quando la patologia era grave o impossibile da diagnosticare con i pochi mezzi a disposizione, a nostre spese abbiamo mandato i malati ai più vicini ospedali per visite specialistiche o analisi specifiche. Spesso abbiamo pagato gli occhiali che fortunatamente in Burkina Faso sono fatti, tra altri, all’ospedale San Camillo che applica tariffe “sociali”.